Asilo, ma quanto ci costi?

Uno dei temi su cui più i nostri consiglieri si sono battuti nel loro decennale impegno istituzionale è quello relativo all’uso dei contributi per la scuola dell’infanzia. Una questione che è iniziata nel primo anno e che si è ripetuta anche in questi ultimi scampoli di consiliatura.

Abbiamo quindi deciso, come commiato di una lunga battaglia ormai – ahinoi – persa, di mettere in fila qualche numero. E di toglierci qualche sassolino dalle scarpe.

La premessa

Una doverosissima premessa: nonostante le nostre perplessità, nessuno di noi ha mai negato l’importanza della scuola dell’infanzia di Arosio, né ha mai pensato di far gestire tale servizio in altro modo (direttamente dal comune, per intenderci). Nè abbiamo mai negato la “libertà gestionale” di un ente che è comunque privato.

Questo non toglie che avremmo voluto che i contributi comunali venissero spesi con una maggiore oculatezza e che andassero a totale vantaggio dei cittadini arosiani e non anche dei non residenti.

La situazione odierna

Fino ad oggi la convenzione garantiva un contributo per la riduzione delle rette pari complessivamente ad € 108.000. La cifra stanziata era basata sulla presenza di 6 classi, ma è stata comunque erogata per intero anche se le classi si sono ridotte a 5. Questa è una prima stranezza, ma procediamo.

La retta per i residenti (al netto del contributo comunale) è uguale per tutti e pari ad € 101/mese (€ 91/mese in caso di secondo figlio iscritto), per i non residenti è pari ad € 116/mese. Dalla retta sono esclusi la mensa e i servizi di pre e post scuola che sono a carico di chi li utilizza.

La convenzione prevede che la retta rimanga fissa per tutta la durata, con un eventuale adeguamento sulla base ISTAT: in realtà la retta è sempre aumentata, anche se di poco, pur in presenza di variazioni ISTAT negative. E questa è una seconda stranezza.

Cui si aggiunge quella consistente nella fornitura, a carico di ciascun bambino, di articoli di cancelleria, quali – andiamo a memoria – risme di carta, e per igiene personale, come sapone liquido e fazzoletti di carta.

La nuova convenzione

Con la nuova convenzione che durerà per il prossimo biennio, aumenta il contributo complessivo ad € 115.000, più altri 5.000 per eventuali e non meglio specificate esigenze sopravvenute (e che – a voler essere maliziosi – non tarderanno a sopravvenire).

I contributi verranno erogati sulla base di tre scaglioni di valore ISEE:

Valore ISEE Quota contributo Quota residua
Da 0 a 7.000 € 313 € 15
Da 7.000,01 a 14.000 € 273 € 55
Oltre 14.000 € 200 € 128

Da qui si deduce che la retta complessiva per i servizi della scuola dell’infanzia sarebbe di € 328/mese per i residenti.

E qui cominciano le domande: i non residenti pagano € 328/mese? No. Perché piuttosto che pagare una retta così alta andrebbero da un’altra parte.

Quanto pagano, dunque, i non residenti? La retta per i non residenti, così come emerso in corso di discussione con esponenti della maggioranza in sede di Commissione Bilancio del 20 marzo 2019, si aggirerebbe intorno ad un importo pari alla quota residua del terzo scaglione incrementato di circa il 20%. Attorno ad € 155,00 mensili dunque.

Al che è possibile rispondere anche ad un altro interrogativo, che da sempre abbiamo posto: il contributo comunale serve anche per ridurre le rette dei non residenti? Certamente. Non sarebbe altrimenti spiegabile per qual motivo la retta di € 328 è esposta solo in raffronto degli arosiani e non già dei non residenti. Ma – aggiungiamo – ciò non dovrebbe essere, posto che il contributo dovrebbe essere usato solo a favore dei cittadini.

Di più: sorge il forte sospetto (che non sono non è mai stato smentito, ma è stato anzi informalmente confermato) che le rette dei non residenti sono il “guadagno” della scuola dell’infanzia. Che, in quanto ONLUS, di per sé non dovrebbe godere di utili. Dal che, sorge anche l’interrogativo in ordine alla destinazione di tali utili della scuola dell’infanzia, quesito per il quale lasciamo “ai posteri l’ardua sentenza”.

Gli aumenti delle rette

Un’altra curiosità della nuova convenzione è l’aumento sia del contributo comunale che della retta: a rigor di logica, salendo il primo avrebbe dovuto calare la seconda. Ma così non è stato.

Una giustificazione dell’aumento delle rette sarebbe dovuta ai nuovi servizi proposti dalla scuola, che approfondiremo in seguito; per ora basti sapere che il costo di questi servizi ulteriori è di:

  • 130 euro per i grandi (13€ mese)
  • 90 per i mezzani (9€ al mese)
  • 60 per i piccoli (6€ al mese)

La retta netta (senza quindi contributo comunale) passa da € 101 a € 128 (prendiamo in considerazione il terzo scaglione): 27€ in più, mentre avrebbe dovuto essere di 13€. Un aumento che non ha apparentemente giustificazioni.

Inoltre, mentre attualmente è previsto uno sconto per i secondi figli (91€ anziché 101€), da nuova convenzione non è previsto alcunché per la prossima. Il che porterà ad un aumento delle spese che potrà arrivare ad € 640 a famiglia (27€ x 10 mesi per il primo figlio + 37€ x 10 mesi per il secondo figlio).

I macigni nelle scarpe

Oltre quelle di tipo economico, perplessità ha destato anche l’atteggiamento dei rappresentanti della scuola dell’infanzia.

Che si manifestava in ostile chiusura, quando alcuno dell’Amministrazione (in primis e per primi i nostri consiglieri) provava a chiedere approfonditi  e documentati chiarimenti sul concreto utilizzo del contributo comunale, sui costi di gestione  o su altre questioni degne di miglior valutazione. Come, ad esempio, l’uso del cosiddetto “Corpo B” della scuola dell’infanzia (ma che gli arosiani DOC conoscono – non a caso – per “ex oratorio femminile”), i cui oneri finiscono per gravare sul bilancio dell’asilo, pur essendo per lo più destinato ad altre attività.

Ostilità, che in taluni frangenti si è persino spinta nella provocatoria sfida di “lasciare tutto in mano al Comune” vista la asserita mancanza di fiducia.

Provocazione, a fronte della quale solo il senso di responsabilità ha evitato di cadere nella tentazione di rendere il “pan per focaccia”.

Intatti, naturalmente, tutti i profili di criticità di cui già s’è detto.

E non senza rimarcare che il problema è rimasto tale e quale nonostante 10 anni di segnalazioni e sollecitazioni di Progetto Arosio a coloro i quali hanno manovrato (e tuttora manovrano) la stanza dei bottoni della nostra Amministrazione Comunale. Ma, evidentemente, visto che alcuni soggetti sono più uguali di altri, anche in questo caso “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”.

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