Ieri sera si è tenuto il consiglio comunale che doveva concludere la “vicenda Lamplast“: l’esito è stato scontato, e la maggioranza compatta ha votato per l’approvazione del piano, tra i “vergogna!” dei cittadini presenti in numero davvero consistente (e costretti ad assistere anche in piedi per la poca lungimiranza dell’Amministrazione che avrebbe potuto utilizzare una struttura più adeguata, prevedendo l’afflusso di gente…).
Più che un vero e proprio resoconto del consiglio, vogliamo pubblicare l’intervento/dichiarazione di voto del nostro Francesco Curioni, che purtroppo non è servito a far cambiare l’esito del consiglio comunale, ma è stato un altissimo momento di “politica” nel senso più letterale del termine.
Signor Presidente, Signor Sindaco, Colleghi Consiglieri,
con la vicenda oggetto di discussione in questa adunanza, non ho remore ad affermare che la “politica” comunale ha qui toccato il suo punto più basso degli ultimi anni.
Certamente da quando rivesto la carica di Consigliere.
Per “opacità” (o mancanza di trasparenza).
Per superficialità e approssimazione.
Il tutto reso ancor più grave, sol che si consideri, che il piano attuativo già adottato e quivi proposto in approvazione inerisce, per quanto a mia conoscenza, forse al più imponente intervento di costruzione di unico sito industriale, mai realizzato sul nostro territorio prima d’ora.
Mancanza (o assenza totale) di trasparenza, si diceva.
Come può altrimenti definirsi la condotta di chi, come nel caso, a fronte della prospettazione di un cotale progetto, ha tralasciato ogni attività informativa, ogni confronto e consultazione, prima che “il dado fosse tratto”.
Non un preventivo approccio di dialogo con i gruppi politici consiliari, onde trarne spunti per una gestione e valutazione della questione, più consapevoli ed approfondite, se non condivise.
Non una iniziativa, a dare contezza della proposta Lamplast s.a.s. alla cittadinanza ed un momento collettivo di riflessione.
Eppure, con l’approvazione di tale piano non sono pochi i sacrifici e rischi che pretendete siano affrontati dalla nostra comunità: sul piano del consumo del territorio, sul piano della salute, sul piano della salubrità dell’ambiente, sul piano anche meramente patrimoniale, essendo pacifica la ingente diminuzione di valore di mercato di tutti quegli immobili che andranno a trovarsi nelle vicinanze del complesso industriale in questione.
Per tale motivo – Vi chiedo – non sarebbe stato giusto o almeno opportuno consultare i cittadini e “tastarne il polso”?
Di tempo, ve n’era, sol che si consideri, che sin dal novembre 2009 (tale è la data indicata in una risposta, da noi reperita, ad interrogazione del gruppo Lega Nord all’Amministrazione di Verano, anch’essa interessata alla questione,) si paventava uno spostamento di Lamplast s.a.s. verso Arosio.
Quanto alle visite dei nostri amministratori nella fabbrica Lamplast s.a.s., esse sono comunque risalenti di oltre un anno.
E a non voler approfondire il curioso dato di fatto, che nel 2010 veniva alla luce un PGT che – a carte scoperte, ora possiamo dirlo – già al tempo calzava perfettamente alle esigenze che adesso Lamplast s.a.s. manifesta, con la presentazione del proprio piano attuativo.
Tralasciando che, relativamente all’A.T. 6 – salvo errore di memoria – il neonato PGT ribadiva in realtà quanto già elaborato addirittura nella precedente tornata amministrativa, esauritasi nel giugno 2009.
È pur vero, che alle elezioni ultime (risalenti ormai di oltre tre anni) avete avuto la maggioranza assoluta dei voti. Com’è vero, che l’eletto svolge il proprio incarico senza vincolo di mandato con gli elettori, come sancisce l’art. 67 della Costituzione (pur in riferimento a cariche ben più elevate della nostra).
Ma è altrettanto vero, che i cittadini ed elettori meritano rispetto e considerazione: non Vi hanno resi proprietari della “casa di tutti”. Vi hanno consegnato le chiavi della cosa pubblica, perché sia ben amministrata nell’interesse comune. Non perché Vi sentiate liberi di farne ciò che volete.
Cosa pubblica, che è e resta di tutti cittadini, ai quali deve essere dato conto.
Proprio per tale motivo, crediamo che, allorchè debbano affrontarsi decisioni di tale portata, i cittadini devono essere informati e coinvolti nella riflessione che necessariamente precede ogni determinazione, in tempi e sedi opportune.
Affrontando a viso aperto, come si dovrebbe pretendere da ogni amministratore, anche le asperità di contrasto, che è naturale insorgano in tali occasioni.
E fornendo spiegazioni in merito alle conseguenze di questa o quella decisione.
O del motivo dell’una piuttosto che dell’altra.
Tutto ciò, nel caso non è stato.
Peggio: l’Amministrazione si è pavidamente diretta in direzione affatto opposta.
Offrendo, quale unica laconica comunicazione alla cittadinanza, la arida convocazione della seduta consiliare del 16 luglio scorso, ove si poteva leggere, con terminologia tecnica ed incomprensibile per chiunque non fosse addentro alla vita amministrativa di Arosio, “Adozione Piano Attuativo “AT6 – confine Est – S.P.32”.
Null’altro.
Ed appositamente facendo ricadere i termini entro i quali esaminare la documentazione e proporre le osservazioni del caso, nel periodo in cui i cittadini … sono fisicamente vacanti.
Tale è il sale, con il quale avete ripagato i cittadini, per la fiducia che Vi è stata concessa.
Ancora, accennavo (nella più “innocente” delle ipotesi) a superficialità e approssimazione.
Molto brevemente, mi soffermo su due soli dati di fatto, incontrovertibilmente emergenti da quanto accaduto:
a) l’adozione del piano attuativo, è stata effettuata senza alcun approfondimento tecnico in punto potenzialità e pericolosità inquinante del realizzando sito industriale per ambiente e residenti.
Alla metà del mese di luglio di quest’anno, l’unica verifica tecnica a noi nota sarebbe stata condotta tramite l’olfatto – ci auguriamo, portentoso – del nostro Primo Cittadino, che, nel fare visita all’attuale impianto Lamplast, ha dichiarato di non aver percepito alcuna esalazione maleodorante.
Con la spiegazione – dulcis in fundo – che l’allumina (sostanza che nella fabbrica sarà addizionata alla plastica) sarebbe così innocua, da essere contenuta in farmaci di uso comune.
Al tempo, basito, ho ritenuto inutile replicare: chiedo ora a Voi, membri della maggioranza, se davvero ritenete che tale affermazione, all’apparenza più una battuta di spirito che altro, sia davvero sufficiente ad elidere il giustificato timore per le conseguenze dannose che potrebbero derivare dal nuovo insediamento.
Non foss’altro, se non per il fatto che l’attività industriale esercitata da Lamplast rientra tra quelle classificate per insalubri dal nostro ordinamento (D.M. Salute 5 settembre 1994). Tra l’altro, anche proprio per l’utilizzo dell’allumina nelle lavorazioni industriali.
Né, sotto tale profilo, le informazioni rese da A.R.P.A. (che comunque ha confermato esservi stato un problema di inquinamento acustico nell’attuale sito industriale) ed A.S.L. servono a dipanare i dubbi.
Informazioni, comunque, richieste dai nostri amministratori a piano già adottato (e, dunque, di certo in modo clamorosamente intempestivo);
b) nella gestione delle trattative, l’Amministrazione ha omesso ogni strategia atta a garantire almeno di massimizzare i vantaggi ricavabili per la collettività da una consimile operazione.
Ebbene, a fronte di un faraonico (considerate anche le dimensioni del nostro Paese) intervento di industrializzazione, l’Amministrazione introita oneri di urbanizzazione (che dal punto di vista del committente, sono da considerarsi parte dei costi di costruzione), qualche metro di marciapiede, la sistemazione di un tratto fognario per acque bianche (unica nota positiva) e parcheggi pubblici che – per medesima indicazione del realizzatore – servono ai dipendenti di Lamplast s.a.s.
E – facile prevederlo – ad altra tipologia di utilizzatori, visto il misero commercio umano in uso lungo le vie di comunicazione della zona.
Non certo alla Comunità di Arosio.
Tutto è stato condotto, affinchè, da subito, PGT e (poi) Piano di Zonizzazione Acustica fossero assolutamente conformi alle esigenze di Lamplast s.a.s.
Neppure sul piano occupazionale è stato acquisito un risultato di un qualche rilievo.
Insomma, di fronte alle pretese di Lamplast s.a.s. avete fatto in modo di farci trovare nudi alla meta e senza potere di contrattazione.
In tutto questo, si aggiunge la clamorosa stonatura dell’atteggiamento che è seguito alle proteste levatesi da un cospicuo numero di cittadini.
Anziché tenere un basso profilo – se non addirittura fare ammenda, proprio alla luce delle annotazioni che sopra ho espresso – sono stati assunti toni offensivi per coloro i quali (e non sono pochi) hanno fatto sentire la propria voce, contraria alle determinazioni mostrate dell’Amministrazione con l’adozione del piano attuativo in questione.
Il Paese è stato tappezzato di cartelloni e le case sono state invase da un “comunicato”, intriso di astiose accuse di improvvisazione, cinica strumentalizzazione e stupidità nei confronti dei “dissidenti”.
Non può interpretarsi diversamente la frase – cito a memoria – “improvvisato comitato di cittadini manovrati ad arte ed a loro insaputa”.
Evidentemente a corto di altre argomentazioni (epurato dai goffi tentativi di distorsione della realtà dei fatti, il comunicato in argomento contiene di poi dati del tutto sovrapponibili a quelli divulgati dal Comitato che è sorto a seguito della delibera di adozione), la politica locale non ha trovato di meglio, se non mostrare la propria arroganza e tracotanza nei confronti dei Cittadini che, evidentemente, per qualcuno sono degni di corteggiamento, attenzione e consultazione solo in limine delle elezioni.
Giammai “in corso d’opera”.
Nel merito del piano attuativo quivi in discussione – concludo – mi limito a sottolineare una sola realtà, assolutamente lampante ed innegabile nella sua semplicità: siamo chiamati ad approvare la creazione di un colosso industriale, con lavorazione a ciclo continuo, rientrante nella categoria delle industrie insalubri per i materiali trattati (allumina), a ridosso di aree residenziali.
Di ciò si tratta.
Né più né meno.
Faccio dunque un accorato appello a tutti i consiglieri, perché si abbia il coraggio, di là dalle ragioni “di partito”, di non approvare il piano attuativo quivi in discussione.
Troppi i sacrifici richiesti. Troppi i rischi di conseguenze dannose (sia non patrimoniali che patrimoniali). Troppi i dubbi non ancora dipanati, per lacune e frettolosità di istruttoria.
Il tutto, a fronte di benefici per la Collettività davvero risibili: le potenzialità consentite dalla più recente legislazione in materia di governo del territorio avrebbero dovuto, quantomeno, consentire benefici collettivi di tutt’altro spessore, rispetto a quelli indicati nel piano attuativo già adottato ed ora richiesto di approvazione, e tali da compensare adeguatamente l’onere, di cui la collettività dovrà farsi carico a cagione di questo nuovo insediamento industriale.
Nei prossimi giorni pubblicheremo anche un resoconto più approfondito del consiglio, con le risposte del sindaco alle nostre interrogazioni.